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Messaggio Da Graziella Mer Mag 14, 2014 11:26 am

La scelta del fotografo per il proprio matrimonio è un aspetto molto importante dell'organizzazione, dato che si affida a lui e alla propria sensibilità e professionalità il ricordo di uno dei giorni più importanti della propria vita.

Ci sono due possibili modi di fotografare un matrimonio:


  • il primo è quello tradizionale legato alla fotografia di posa, costruita attraverso una regia del fotografo, che suggerisce agli sposi le posizioni da assumere;
  • il secondo è il reportage che si caratterizza per un tipo di scatto più spontaneo. in caso di reportage il fotografo del matrimonio non chiede agli sposi di posare ma osserva e utilizza il mezzo fotografico per raccontare l´evento del matrimonio.


"Il wedding reportage, è un modo “spontaneo” di fotografare i matrimoni (nato circa una ventina di anni fa negli Stati Uniti). Il fotografo racconta l’evento senza costruirlo. E’ rispettoso di ciò che lo circonda, non è invadente. Cattura immagini naturali, spontanee, assolutamente non preconfezionate." Cristina Tosi, fotografa
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Messaggio Da Graziella Gio Mag 22, 2014 9:02 am

Secondo me le domande da un milione di dollari che bisognerebbe farsi prima del matrimonio sono queste: cosa vorrei che fosse il mio matrimonio? Come lo vorrei vivere? Vorrei fosse la celebrazione del nostro amore insieme ad amici cari e parenti con cui festeggiare oppure vorrei che fosse un occasione per fare un bel servizio fotografico? Quali foto di me mi piacciono di più? Quelle in cui sono una/uno strafiga/o in bella posa o quelle in cui sto bene in situazioni naturali?

Credo che questa domanda, posta seriamente ed onestamente a noi stessi prima di cominciare ad organizzare il nostro matrimonio, sia la chiave di volta per la sua ottima riuscita.

Ho detto che è difficile ottenere un connubio di buona qualità e credibile tra un matrimonio in posa ed uno spontaneo. E' vero, conosco solo pochi, pochissimi fotografi che riescono a farlo e solo un paio di questi si trovano in Italia.

Però capiamoci: che intendete per posa? La foto con parenti ed amici non è una posa, il ritratto in cui gli sposi guardano la fotocamera, non è una posa. Le pose sono: "Giulia mettiti seduta così, con la gamba un pochino più avanti...ecco brava, adesso poggia la mano sul ginocchio...no no, più morbida, ecco così, ruota la testa verso di me, lentamente, abbassa un pochino il mento...no di meno...un pochino di più, ecco brava, ora addrizza un pochino la schiena, non troppo, un pochino più naturale...perfetto! AntonGiulio mettiti di fronte a Giulia..ecco, prendile la mano...no con l'altra...perfetto, avvicinati come per baciarle la mano e guardala negli occhi...si bene, però cerca di essere un pochino più naturale, meno impalato...ok, tira un pochino indietro la giacca con la mano...mettila in tasca, perfetto, fermi fermi.....".

Quindi per posa si intende, generalmente, la completa e totale regia della scena da parte del fotografo. Che NON VUOL DIRE che il fotografo, come è giusto che sia, controlla tutti gli elementi presenti sulla scena al fine di ottenere una bella immagine, ma che MODIFICA e GESTISCE ogni singolo elemento della scena per ottenere un risultato, generalmente, precostituito e conosciuto. Quindi, in quest'ultimo caso, adatta gli sposi alla SUA scena per ottenere la SUA esclusiva idea di quello che dovrà essere il risultato finale.

Chiarita la differenza tra posa, ritratto, etc. vien da se cosa significa un matrimonio in posa: una sequenza di scene recitate che partono da casa degli sposi, prima e dopo la cerimonia, durante la "passeggiata" e al ricevimento, con l'intervento del fotografo in ogni scena (quando la sposa scende dall'auto, quando marcia sulla navata della chiesa, al lancio del riso, etc.). Questo è un matrimonio in posa. Ovviamente la celebrazione della cerimonia sarà "spontanea"!!

In un matrimonio in reportage o "spontaneo", invece il fotografo segue il corso degli avvenimenti non intervenendo nelle azioni che si svolgono, ma cercando di coglierle nella loro luce migliore con tutti i mezzi e le capacità a sua disposizione, senza alterare la naturalità delle persone e degli avvenimenti oppure, in alcuni casi, senza alterarne la percezione di naturalezza (cosa più complessa, ma efficace in alcuni momenti). In sostanza l'obiettivo del fotografo in questo caso è quello di raccontare quell'evento senza, ovviamente, alterarne le caratteristiche (altrimenti, dico io, non sarebbe più il matrimonio degli sposi, ma un event shooting con modelli e location gratuiti!).

Tra questi due modi di vedere il matrimonio non ci può essere una via di mezzo: o si coglie quello che c'è o si crea ex novo. O si racconta la storia di 2 ragazzi e dei loro amici e parenti che li festeggiano nel giorno delle loro nozze o si crea una storia di 2 ragazzi al loro matrimonio.

Ora, la maggior parte delle persone, quando si parla di fotografia di matrimonio, pensa quasi esclusivamente alle foto dopo la cerimonia, alla cosiddetta "passeggiata". Quasi fosse la parte più importante del matrimonio. Va bene, si d'accordo è bello avere delle "belle foto" (come se le altre fossero brutte...) di voi due. "Con tutto quello che abbiamo speso per il matrimonio, l'abito, etc. che non vuoi neanche avere qualche "bella foto"?

Questo è un caso a parte, anche perché non c'entra molto con il matrimonio in se, è una parte aggiunta che fa piacere agli sposi. In questo caso è difficile ottenere sempre belle immagini senza che il fotografo intervenga. Anche un minimo, ma deve intervenire (secondo me, ovviamente). Quindi la stragrande maggioranza dei fotografi in questo caso da indicazioni agli sposi: chi solo dei luoghi e della composizione generale della scena, lasciando liberi i movimenti degli sposi, chi più in profondità come dicevamo prima. Tra questi 2 estremi ci sono un grandissimo ventaglio di situazioni che dipendono dal fotografo, dalle sue tecniche, dalla sua esperienza, etc. I risultati possono essere anche molto diversi. Io, per esempio, vario molto in base ai desideri degli sposi, al loro modo di approcciarsi, tra di loro e con la fotocamera. Uso dei metodi che ho sviluppato per cui gli sposi, in sostanza, si trovano nelle loro pose naturalmente, ma in realtà non lo sarebbero.

Quindi, a parte la "passeggiata", all'aperitivo, ad esempio, o si colgono i momenti di convivialità o si organizzano le foto con gli amici o si chiede agli invitati insieme agli sposi di fingere delle scene di convivialità opportunamente giustapposte. Non ci può essere una via di mezzo anche perché o il fotografo viene "percepito" e la sua presenza messa in relazione ad un'azione da compiere o il fotografo non viene "percepito" e la sua presenza è "accettata" senza modificare le proprie azioni. E' molto ma molto difficile "apparire" e "scomparire" ai protagonisti o agli invitati e può succedere anche di non riuscire più a "scomparire". Stessa cosa per il pranzo o cena e per il resto del ricevimento. Tra l'altro in un matrimonio c'è un naturale processo di approccio tra il fotografo e gli invitati, che si compie prima di "fidarsi" ed "aprirsi" alla sua presenza.

Come dicevo è difficile spiegare tutte le motivazioni per cui è molto raro che si possano miscelare stili diversi nel matrimonio. Sono molti i parametri in gioco e tutti correlati spesso da un fil rouge molto delicato.

Dal punto di vista del risultato, cioè delle foto che gli sposi avranno è una questione di gusti. E' vero anche che generalmente il fotografo di posa non fa foto in alcuni momenti, che invece sono importantissimi per il fotografo spontaneo. Quindi in un matrimonio "posato" molte delle foto che si trovano in un matrimonio "spontaneo", non si troveranno.

Dunque, in sostanza: un servizio fotografico con stili diversi non è quasi mai concepibile, o meglio il risultato difficilmente sarà buono (ovviamente non si parla delle foto della "passeggiata", che come abbiamo detto vanno considerate a parte e la maggior parte dei fotografi comunque interviene (più o meno) direttamente sulla scena).

Lo so che non sono stato esaustivo e me ne scuso, ma il tema è veramente molto ampio.

Fonte: Giuseppe Voci
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Messaggio Da Graziella Gio Mag 22, 2014 9:03 am

Però c'è da dire che nel reportage la massima attenzione del fotografo è sugli avvenimenti e sui sentimenti. Si cerca, cioè, di catturare un momento soprattutto per la sua essenza. A questo, poi e contemporaneamente, si aggiungono gli aspetti formali: inquadrature, angolazioni, etc. Non puoi avere la certezza, ovviamente, di ottenere sempre un risultato ottimale in tutte le situazioni: alcune volte le inquadrature fighe possono non essere possibili o ci si arriva un attimo dopo, alcune volte è tutto perfetto ma manca qualcosa, che so, un elemento che "sporca" la scena, etc.

Questo ovviamente dipende anche moltissimo dal fotografo.

Ti consiglio, se mi posso permettere, di valutare bene quest'aspetto, magari parlando bene con il fotografo, senza tralasciare aspetti che possano sembrarti scontati e facendoti vedere più lavori finiti e provinature, in modo da farti un'idea del modo che ha di scattare, delle tipologie di inquadrature che ricerca e della sua sensibilità.

Un'altra cosa: con il reportage si colgono e si fermano dei momenti indimenticabili, ma se i momenti non ci sono, non accadono...

Fonte: Giuseppe Voci
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